Vini da tavola
Con questa denominazione si intende un vino generico, comune, senza specifiche caratteristiche qualitative. Si tratta di un prodotto che viene sottoposto a controlli e norme meno severi rispetto ai vini a denominazione d'origine. In etichetta non deve essere riportata né l'indicazione sulla provenienza né l'anno di raccolta o il nome dei vitigni da cui sono stati ottenuti. La mancanza di determinati requisiti, però, non pregiudica affatto la sua qualità. In Italia i vini da tavola rappresentano circa l'85% della produzione nazionale vinicola.
Vini a Indicazione Geografica Tipica (IGT)
Dalla precisa origine e tipicità, i vini IGT sono prodotti da uve che devono essere coltivate nella zona geografica indicata in etichetta (almeno per 85%). Se è indicato anche il vitigno, il vino deve provenire da questa varietà almeno per l'85%. I disciplinari di produzione dei vini IGT prevedono parametri ben specificati, come ad esempio la resa massima delle uve per ettaro, i vitigni da utilizzare, la gradazione alcolica minima naturale e quella al consumo, la zona di produzione, la resa massima di trasformazione dell'uva in vino.
Vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC)
Sono i vini di qualità provenienti da una regione ben determinata. La Doc offre due garanzie fondamentali: la certezza della buona qualità e l'origine.
Tutte le fasi di produzione - dal vigneto alla bottiglia - devono essere conformi alle indicazioni stabilite dai disciplinari di produzione, che hanno parametri più elevati e specifici rispetto alle Igt. Oltre ai quantitativi per ettaro, la resa di trasformazione e il titolo alcolometrico, sono specificate, per esempio, le percentuali di utilizzo dei vari vitigni e le tecniche colturali. Sono meglio definite anche le aree di produzione e vengono fissate le caratteristiche chimiche (valori minimi di estratto secco, acidità totale ecc.) e organolettiche (colore, odore, sapore) che i vini devono possedere.
Inoltre, prima dell'immissione in commercio, i vini Doc vengono sottoposti a un'analisi chimico-fisica e organolettica: apposite commissioni nominate dalle Camere di Commercio valutano la conformità dei vini ai requisiti imposti dai disciplinari.
Vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG)
Si tratta di vini particolarmente pregiati che devono rispondere a parametri di produzione più severi rispetto a quelli stabiliti per le Doc. La Docg è la massima qualificazione prevista per un vino. Per ottenere il riconoscimento i vini devono essere particolarmente pregiati e possedere da almeno 5 anni la qualifica di vini a Denominazione di Origine Controllata.
Per l'immissione in commercio i contenitori non devono superare i 5 litri di capacità, ogni bottiglia deve avere una fascetta con il contrassegno di Stato (le fascette sono assegnate agli imbottigliatori in funzione degli ettolitri di vino prodotti). I vini, oltre all'analisi chimico-organolettica nella fase di produzione (come per le Doc) vengono sottoposti a ripetuti esami organolettici, partita per partita, nella fase dell'imbottigliamento.
Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD)
L'Unione Europea racchiude nella categoria vini da tavola sia i vini da tavola sia i vini a Indicazione Geografica Tipica (IGT), mentre fa rientrare nell'unica categoria dei vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD) i vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).
Fonte: altroconsumo.it |
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