mercoledì 21 settembre 2011

Islanda e FMI

L’Islanda si libera del Fondo monetario internazionale  commenti
Elena Colombari – tratto da “Rinascita” http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=10290
L'Islanda è fuori dal Fondo monetario internazionale. 
La Nazione-isola del Nord Europa si sta riprendendo dalla crisi economica indotta dal monetarismo usuraio internazionale e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce, Fmi o Banca Mondiale, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione, e un coinvolgimento dell’opinione pubblica nazionale tra le più alte d’Occidente.
Anzi, dopo circa tre anni di aut aut rigettati dal popolo islandese attraverso un referendum e una Assemblea Costituente, il Fondo Monetario Internazionale e l’Islanda hanno preso strade diverse. 
In tempi di presunti salvataggi nazionali portati avanti con ricette neoliberiste, di annullamenti di sovranità monetarie nazionali e di politiche di tagli violenti alle strutture amministrative, sociali ed economiche dei singoli Stati, lo stato islandese ha deciso di proseguire fermamente nella strada intrapresa oltre un anno fa, attraverso un imponente consenso dell’opinione pubblica nazionale, generalmente formata ed informata su temi così delicati e importanti.
Come riportato da diversi servizi della tv pubblica islandese Ruv, l’Fmi, portato a termine la sua sesta revisione dell’economia nazionale islandese a Washington, non proseguirà con altri “rapporti” o “consigli” pertinenti l’isola dell’Atlantico. L’Fmi conclude quindi le operazioni in Islanda, e la lascia. 
Il Primo Ministro islandese Johanna Siguroardottir ha annunciato la partenza dei funzionari in una conferenza stampa nella cittadina di Iono nei giorni scorsi, aggiungendo che la ricostruzione economica islandese è sulla retta via, con miglioramenti in corso e risultati ottenuti prima del previsto. Ha inoltre detto che la ricostruzione islandese dopo il collasso bancario del 2008 “è andata oltre ogni aspettativa” ...
Il ministro delle Finanze Steingrimur J. Sigfusson ha preso parte alla conferenza sostenendo che la stabilità finanziaria islandese sarebbe nuovamente solida. 
Il ministro dell’Economia e del Commercio Arni Pall Arnason ha ricordato come molte persone fossero preoccupate e avverse alla cosiddetta cooperazione tra Fmi e Islanda, proprio per il timore che il loro “benessere” – altro elemento di vanto e di efficienza - sarebbe stato tagliato duramente e che sarebbero state prese misure drastiche, basate sui diktat classici utilizzati dal Fondo Monetario nei suoi interventi in Europa, Estremo Oriente e in Sudamerica.
L’arrivo del FMI in Islanda fu accolto in maniera estremamente fredda da gran parte della popolazione, convinta che il Fmi avrebbe affogato la nazione in uno stato di permanente debito, come ormai troppi paesi hanno già sperimentato in passato. La partenza dei funzionari del Fmi è stata quindi vista con soddisfazione da gran parte dei cittadini. 
L’Islanda ha seguito un particolare percorso per questo sganciamento dal sistema monetario occidentale. Anche chiedendo un aiuto alla Russia (4 miliardi di euro) nel 2008. E di fatto duplicando quanto a suo tempo operato sia dalla stessa Russia (caduta nel baratro monetarista ai tempi di Eltsin) che dall’Argentina, la cui economia - fermato il debito pubblico sotto la presidenza Kirchner - è tornata a volare a tassi del’’8% annuo.

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martedì 13 settembre 2011

Limoncello

Il limoncello fatto in casa? Massima attenzione
Tutti hanno la ricetta in tasca e si adoperano con tanta passione, ma ci sono accortezze che in pochi dimostrano di osservare. Molti amano preparare in casa il limoncello. Anche se ognuno ha la propria ricetta, quella di base è molto semplice e consiste di fare una infusione alcolica delle bucce dei limoni, per poi successivamente diluirla e aggiungerci dello zucchero.
La cosa più importante è comunque la materia prima “buccia di limone” che deve essere ottenuta da frutti privi di trattamenti chimici; per questo motivo c’è una ricerca continua ai limoni che crescono nei nostri giardini e di cui si è sicuri dell’assenza di contaminanti. Ci si può ovviamente anche rivolgere ai limoni in commercio, ma bisogna fare molta attenzione in quanto molti sono di importazione e possono nascondere delle insidie. Questi frutti provengono spesso da paesi dell’emisfero australe (Sud Africa e Sud America in particolare) e per mantenere buone condizioni di conservazione, è necessario fare dei trattamenti con sostanze conservanti. Anche l’aspetto è importante per i consumatori e quindi i frutti vengono “lucidati” con delle cere. Può quindi avvenire che un limone prodotto anche con sistemi “biologici” debba essere trattato per mantenere il valore commerciale. Leggendo attentamente le etichette presenti nelle confezioni di limoni è quindi facile imbattersi nella descrizione dei trattamenti che sono stati fatti e, soprattutto, nella avvertenza che la buccia non deve essere utilizzata a fini alimentari e quindi non ci si può fare il limoncello o aggiungere a varie bevande. Se si vuole fare il limoncello o comunque consumare le bucce il consiglio è di verificare l’origine dei limoni. Se non sono di produzione nazionale è bene leggere attentamente le etichette e vedere se sono stati trattati. Il problema riguarda quelli venduti allo stato sfuso dove non sempre ci sono indicazioni sull’origine e quindi come misura precauzionale è meglio evitarli. Quanto detto non vale per l’interno ed il succo contenuto negli spicchi non dovrebbe comportare pericoli significativi anche con i limoni trattati.
Fonte: Agostino Macrì, Unione nazionale consumatori Teatronaturale.it di C. S

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mercoledì 7 settembre 2011

Giovani, casa, lavoro

SOCIETA'. Giovani, al via fondi per acquisto prima casa, per gli studenti e per i genitori precari
Grazie ad un'intesa tra Ministero della Gioventù, Abi e Inps, è stato elaborato un pacchetto di iniziative per i giovani. Partono i fondi per l'acquisto della prima casa, i fondi per gli studenti e i fondi per le assunzioni di giovani genitori precari o disoccupati.


I giovani in Italia stanno pagando il prezzo di scelte politiche sbagliate, susseguitesi negli anni, e di una troppo scarsa attenzione verso la loro condizione. Ma non c'è solo questo; sono anche vittime di una serie di discriminazioni. Una su tutte: il contratto di lavoro. Da oltre una decina d'anni il mercato del lavoro, in tutta Europa, è andato verso la flessibilità, mentre la società non si è adattata a questo cambiamento.

Conclusione? La maggior parte dei ragazzi italiani, avendo un contratto di lavoro precario, non può acquistare una casa perché le banche concedono i mutui soltanto a chi è assunto a tempo indeterminato. Alcuni giovani non possono neanche permettersi di studiare, non avendo i soldi per l'università o per fare un qualunque corso di formazione o specializzazione. Per non parlare dei figli che, nel nostro Paese, sono diventati un lusso: il tasso di natalità è sempre più basso e, continuando così, avremo una popolazione di sessantenni, fino a quando l'Italia non scomparirà del tutto. Di fronte a questo panorama non c'è crisi peggiore.

Per questo il Ministero della Gioventù ha varato un pacchetto di iniziative, sotto il nome di "Diritto al futuro", che interviene sui temi del lavoro, della casa e della formazione delle nuove generazioni. Il pacchetto, elaborato già qualche mese fa in collaborazione con l'Abi e l'Inps, è finalmente operativo.

Da domani partono tre delle cinque azioni previste: il fondo per la casa, il fondo genitori precari e il fondo per gli studenti.

"Con queste iniziative vogliamo dire ai giovani che le istituzioni non si sono dimenticate di loro - ha detto, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi presso il Palazzo dell'Abi, il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni - Se gettano il cuore oltre l'ostacolo troveranno il loro spazio perché gli strumenti ci sono. Quando si parla di giovani spesso ci si riferisce a cervelli in fuga o ai bamboccioni che restano a casa, mentre in mezzo c'è un grande materiale umano. Per questo i principi che hanno ispirato questo pacchetto - ha spiegato il Ministro - sono quelli dell'uguaglianza e del merito. Da una parte, infatti, rifiutiamo l'assistenzialismo fine a se stesso e dall'altra vogliamo combattere le discriminazioni che questa società infligge ai giovani in base al contratto di lavoro". Il Ministro ha spiegato nello specifico come funzionano i singoli fondi.

Per il fondo per la casa sono stati stanziati 50 milioni di euro; possono accedervi giovani coppie sposate (con o senza figli) o nuclei familiari anche mono genitoriali con figli minori; altri requisiti sono: età inferiore a 35 anni, non essere proprietari di altri immobili ad uso abitativo e avere un reddito ISEE complessivo non superiore a 35 mila euro, di cui oltre la metà deve derivare da contratto di lavoro atipico. Il mutuo concesso ha un limite massimo di 200.000 euro e metà del mutuo concesso viene garantito dallo Stato. Le banche non potranno richiedere garanzie ulteriori. Ad oggi hanno aderito all'iniziativa il 40% degli sportelli presenti sul territorio nazionale, ma si prevede un'ulteriore adesione da parte dei grandi gruppi bancari. I tassi applicati ai mutui garantiti dal fondo sono particolarmente favorevoli: nel caso di mutui a tasso variabile non possono essere superiori a Euribor +150 punti base per durate uguali o superiori a 20 anni e Euribor + 120 bp per durate inferiori; nel cosa di mutui a tasso fisso non possono superare IRS + 150 bp per durate uguali o superiori a 20 anni e IRS + 120 bp per durate inferiori.

Per il fondo per gli studentisono stati stanziati 25 milioni di euro; i finanziamenti si rivolgono a studenti tra i 18 e i 40 anni, sono erogati in rate annuali di importo non inferiore a 3.000 euro e non superiore a 5.000, fino a un ammontare massimo di 25.000 euro. I finanziamenti si riferiscono a corsi e master universitari ed hanno un piano di ammortamento che inizia a decorrere dal trentesimo mese di erogazione dell'ultima rata.

Infine, il fondo per i giovani genitori precari, gestito dall'Inps, per cui sono stati stanziati 51 milioni di euro. Il fondo vuole incentivare le assunzioni di giovani genitori disoccupati o precari e vuole combattere il fenomeno dell'allontanamento delle giovani mamme dal mondo del lavoro (una donna su 4 che mette al mondo un bambino non rientra nel mercato del lavoro). L'iniziativa prevede che giovani di età inferiore a 36 anni, genitori di figli minori legittimi o adottivi, o affidatari di minori, che hanno un contratto di lavoro atipico portano al proprio datore di lavoro una dote di 5.000 euro in cambio dell'assunzione a tempo indeterminato. La domanda per usufruire di tale fondo va fatta in via telematica e il contributo viene liberato già il giorno successivo. I controlli vengono fatti ex post, per agevolare i tempi e gli ostacoli burocratici.

di Antonella Giordano

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venerdì 2 settembre 2011

In forma con i lavori domestici

In forma: i 7 lavori di casa che bruciano più calorie
Per buttare giù i chiletti accumulati durante l’anno o addirittura quelli riacquistati durante le rilassanti giornate di vacanza. Infatti un’ottima palestra, oltretutto gratis, è la nostra casa che per mantenere pulita, abbiamo bisogno di utilizzare quasi tutti i muscoli del nostro corpo.

1. Cucinare (168-348 calorie)

A seconda di quanto impegno ci mettete, cucinare ma soprattutto preparare ad esempio biscotti, pasta fatta in casa o ancor meglio "pizza", non solo è un’attività gratificante e creativa ma aiuta ad eliminare quelle calorie in più. Infatti una sola ora passata davanti ai fornelli per cucinare un pasto, equivale a bruciare all’incirca dalle 170 alle 350 calorie. I numeri ovviamente potrebbero raddoppiare se questo avviene in estate dove si suda di più. L’importante è non esagerare con gli.. assaggi!

2. Lavare bagno e piastrelle (260 calorie)

Anche se probabilmente rientra nei lavori domestici che vi piacciono di meno, fare un approfondito e vigoroso scrub al vostro bagno, soprattutto per eliminare calcare ed incrostazioni, vi farà bruciare ben 260 calorie, più o meno in una sola ora.

3. Aspirare e Lavare pavimenti (220-250 calorie)

Una bella pulizia dei pavimenti della casa, aspirare e lavare, vi farà guadagnare un bel po’ di punti se avete deciso di abbinare alla vostra dieta del sano movimento. Fate attenzione però a non premiarvi con qualcosa di dolce dopo aver finito le tanto faticose pulizie.

4. Lavare i vetri (197 calorie)

Lavare i vetri, con l’intento di renderli davvero splendenti, anche se è uno dei lavori domestici che proprio non riuscite a mandar giù, vi permetterà di fare un strappo alla regola e mangiare qualche biscotto al cioccolato in più per colazione.

5. Faccende di base (164 calorie)

Alcune faccende di casa basilari come ad esempio, spolverare, lavare i piatti, portare fuori la spazzatura, dare da mangiare agli animali domestici o cambiare le lenzuola, equivale a bruciare le stesse calorie acquistate mangiando circa un grammo di mandorle. Ma le calorie bruciate possono triplicare se dovete fare delle scale per portare su la spesa o se i bidoni dell’immondizia non sono proprio sotto casa.

6. Fare il bucato
Se la vostra casa ha le scale e dovete fare più viaggi per raccogliere e mettere via i vestiti, questo salire e scendere gradini vi rafforzerà i muscoli e vi rassoderà i glutei. Ricordatevi però di rimanere in piedi mentre piegate i vestiti!

7. Stirare (151 calorie)

Per i non amanti della tavola da stiro, sappiate che stirare camicie, pantaloni, biancheria ecc.. permette di bruciare ben 151 calorie all’ora. Un consiglio: la sera dopo cena invece di guardare la TV comodamente sdraiati sul divano, armatevi di ferro bel caldo, bucato appena ritirato e godetevi la vostra trasmissione preferita in piedi davanti ad una bella tavola da stiro.

Gloria Mastrantonio


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