venerdì 3 dicembre 2010

Attenzione ai contenitori per cibi in plastica

Plastica, rischio sterilità. Recipienti cibo sotto accusa
Dopo anni di battaglie delle associazioni impegnate nella tutela della salute dei consumatori, l’Unione europea ha finalmente annunciato la sua decisione di vietare, dalla primavera 2011, l’utilizzo del bisfenolo-A (Bpa) nei biberon in plastica. La decisione è stata annunciata dalla Commissione esecutiva dell’Ue che ha ricevuto l’approvazione della maggioranza dei governi europei. Ma il biberon non è il solo prodotto di uso quotidiano interessato dalla presenza del bisfenolo A, anche se tra tutti è quello destinato al settore più fragile e indifeso della popolazione: i bambini e i neonati.

 Il Bpa, composto di sintesi utilizzato nella produzione di plastiche tra cui il policarbonato, si trova infatti nelle resine che rivestono l’interno di lattine, imballaggi per la conservazione di prodotti alimentari, bevande e prodotti farmaceutici. Per tutti questi usi non è ancora previsto un bando della presenza del Bpa. Ragione per cui molte associazioni, come il Wwf, giudicano ancora insufficienti le misure adottate dall’Europa. "Il Bpa è oggi un contaminate ubiquitario, rilevato nell’ambiente, nella fauna selvatica e nelle persone – denuncia il Wwf – si concentra particolarmente nel latte materno e nella placenta". E "sempre più studi- prosegue l’associazione- dimostrano come il Bpa sia un interferente endocrino con possibili ripercussioni sullo sviluppo cerebrale, sul sistema immunitario e riproduttivo, e sulla predisposizione ai tumori".
La battaglia è stata lunga e la decisione è arrivata scavalcando molte resistenze. Ancora il primo ottobre scorso l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sosteneva che i limiti di assunzione di bisfenolo A (Bpa) non hanno bisogno di essere modificati. Una posizione che contrasta col bando ai biberon al Bpa in molti paesi del mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, fino a paesi europei come Danimarca e Francia. A rafforzare i dubbi sul bisfenolo A contribuiscono recenti ricerche, come quella condotta dall’università del Michigan e pubblicata sulla rivista "Environmental Health Perspectives", secondo la quale l’esposizione a livelli maggiori di bisfenolo A (bpa) tra gli adulti influisce negativamente sul sistema immunitario.
Un’altra ricerca Usa, pubblicata sulla rivista "Fertility and Sterility" associa addirittura l’esposizione al bisfenolo A (Bpa) alla sterilità maschile. Il bisfenolo peggiorerebbe la qualità e la motilità dello sperma maschile. Lo studio, condotto dall’azienda di ricerche Kaiser Permanente di Oakland, in California, ha analizzato per 5 anni lo sperma e le urine di 218 lavoratori di una fabbrica cinese in cui si lavora con prodotti contenenti bisfenolo A. Dei volontari, solo 130 lavoravano a diretto contatto con il Bpa e 88 no: l’esposizione alla sostanza chimica di quest’ultimo gruppo è – secondo gli autori della ricerca – paragonabile a quella di un qualsiasi americano o cittadino di un paese occidentale.
I dati emersi dalle analisi hanno evidenziato che i volontari con tasso più alto di Bpa nelle urine avevano probabilità 3 volte più alte del normale di avere una bassa concentrazione di spermatozoi e 4 volte più elevate della media di un conto globale di spermatozoi basso. I rischi di bassa motilità degli spermatozoi, inoltre, sono risultati doppi rispetto a chi non aveva una concentrazione di Bpa individuabile nelle urine. Il rapporto sottolinea come l’individuazione di sperma e spermatozoi meno efficienti è risultata simile sia tra i lavoratori fortemente esposti al bisfenolo A che tra quelli no: il fattore determinante è la concentrazione nelle urine.
Fonte: www.sanitaincifre.it

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